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I vini di Natale: Terrano e i rossi del Carso

E' la faccia rossa dell'enologia carsolina: cordiale, robusta, genuina. Originale e territoriale.

Parliamo del terrano (e dei suoi fratelli), che anche qust'anno si ripresentano a pubblico e critica in una quasi-3 giorni di assaggi e abbinamenti ai prodotti locali (formaggi, salumi, miele) localizzata nella Galleria del Tergesteo, in piazza della Borsa a Trieste. Si comincia ufficialmente venerdì 16 nel pomeriggio, per chiudere definitivamente domenica 18 dicembre alle 20.

I dettagli della manifestazione, che già l'anno scorso aveva conosciuto un ottimo successo, li da il comunicato ufficiale:

"Nel corso delle tre giornate in cui si svolgerà la manifestazione, i cultori e gli appassionati del Terrano potranno degustare e acquistare i vini proposti dalle più prestigiose e note aziende vinicole del Carso triestino, goriziano e sloveno.

La degustazione riservata alla stampa, curata da Aurora Endrici, si svolgerà venerdì mattina, con l'anteprima della straordinaria vendemmia 2011 che verrà ricordata come una delle annate di qualità eccezionale per il Terrano del Carso. L'esclusiva degustazione si svolgerà nell’elegante cornice del Tommaseo, il più antico caffè della città inaugurato nel lontano 1830.
L'inaugurazione aperta al pubblico è prevista per le ore 16 dello stesso venerdì nella rinnovata Galleria del Tergesteo. Parteciperanno all’evento il “vate” dei vini del Carso lo scrittore Veit Henichen, l'attore Alessandro Mizzi capocomico dei Pupkin Kabarett del Teatro Miela di Trieste, e Lara Komar, attrice della compagnia stabile del Teatro Sloveno di Trieste. Saranno loro a dedicare a “Teranum” un prestigioso reading in tre lingue, con brani e poesie dedicate alla cultura carsolina, al vino e alla città di Trieste".

Per i distratti e gli smemorati, ricorderemo che il terrano è un vitigno rosso autoctono della popolosa famiglia dei Refoschi: ricchissimo in colore e antiossidanti. Il vino presenta una fresca acidità e un grado alcolico più contenuto di altri vini rossi, una tannicità importante e una struttura coerente. Per chi non è abituato ai sapori un po' decisi può apparire poco friendly, per non dire ostico, ma berlo in qualche osmiza, accompagnandolo con la jota (la famosa zuppa acida con crauti e patate, che alcuni servono in una pagnotta di pane scavata) è un'esperienza che non si dimentica - e soprattutto si apprezza moltissimo. 

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