Di anniversari centenari e Consorzi di Tutela: alcune note storiche
Nel 2024 il Consorzio del Chianti Classico - “primo Consorzio di Vino” - ha celebrato il suo primo secolo di vita.
Quest’anno il Consorzio della Valpolicella ha fatto la stessa cosa, aprendo ufficialmente l’anno dei festeggiamenti all’evento “Amarone Opera Prima”. A ruota seguiranno probabilmente molti altri Consorzi, quest’anno e nei prossimi.
Tutti loro infatti hanno un’origine comune.
Sono tutti figli della stessa legge. Peccato che, all’inizio e per molti anni, tutti loro siano rimasti solo sulla carta.
Un po’ per l’euforia per l’evento, e un po’ per (probabile) eccesso di sintesi, nei giorni precedenti all’ultima edizione di “Amarone Opera Prima” girava sulle radio nazionali una pubblicità che parlava trionfalmente di “centenario della Valpolicella”, laddove a compiere un secolo, in realtà, sarebbe il Consorzio di Tutela della denominazione, non la DOC stessa.
Per chiarire un po’ le idee, ci permettiamo di fare qualche passo indietro nella Storia. Confidiamo nella comprensione dei lettori consumatori, ai quali, probabilmente, più che l’età dell’ente che lo tutela e lo promuove, interessa soprattutto che l’Amarone sia buono, anzi eccellente.
Quello della “tutela dei vini pregiati italiani” è un pensiero che attraversa i secoli della storia italiana. Già all’inizio del XX° sec. in Piemonte si era costituito un “Sindacato vinicolo piemontese” con l’intento di difendere i produttori locali da chi commerciava vino usurpando il loro nome. Bisognerà però aspettare fino all’insediamento del Governo Fascista per avere la prima legge italiana per la difesa dei vini tipici: era il 18 marzo 1926. Due anni prima (7 marzo 1924) era stato promulgato il Decreto Legge, e subito i produttori di alcune Regioni si erano lanciati a fondare gruppi, associazioni o simili, per passare dalla teoria alla pratica e difendere il loro lavoro. Il primo, come detto, fu proprio il Consorzio di Radda in Chianti.
Anche a Verona si erano mossi velocemente e già nel ’24 sulla stampa locale era iniziata una appassionata campagna, orchestrata dal gen.Pio Brugnoli, per convincere i produttori dei pregiati vini veronesi a imitare i colleghi toscani.
Così il 9 novembre 1924, a S.Pietro in Cariano, si tenne una riunione per gettare le basi del “Consorzio per la difesa dei vini tipici della Valpolicella”, che sarebbe poi stato costituito ufficialmente il 9 febbraio 1925, presidente il gen. Brugnoli e presente l’on.Arturo Marescalchi .
Da qui lo spunto per l’attuale festa dei 100 anni.
Cosa successe poi? Nulla.
La legge del ’24 era così lacunosa, discutibile e zoppicante che risultò impossibile metterla in pratica. In attesa del solito regolamento attuativo, si scatenarono così tante discussioni e controversie che bisognò riformare la legge prima ancora di applicarla. Una nuova legge venne perciò promulgata nel 1930, , ma anche questa fu altamente discussa e dibattuta. Dei vini pregiati veronesi solo il Soave si vide riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura la zona di produzione che aveva proposto. La nuova formulazione della legge arrivò nel 1937, e in essa veniva chiarito il ruolo di “tutela dei vini pregiati di determinata origine”.
E così i Consorzi poterono finalmente iniziare a svolgere i loro compiti.*
Per completare il quadro, vale la pena ricordare che il ruolo del Consorzio della Valpolcella - e di tutti gli altri Consorzi vinicoli - sarebbe stato definito solo molto più tardi, nel 1963, con la legge 930 (“Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini”) che sanciva la nascita delle denominazioni d’origine (“Capo IV” del testo di legge. “Dei Consorzi Volontari”). Quella della Valpolicella è del 1968.
C’ è ancora tempo per festeggiare i suoi 100 anni.
*Note storiche tratte dalla pubblicazione “I Vini Pregiati della Provincia di Verona”, di G.Dalmasso, I.Cosmo, G.dall’Olio - Roma, 1939