Alla fine, il Consorzio di Tutela della Valpolicella l'ha spuntata: la vendemmia é ai nastri di partenza, e dato che i quantitativi di uva da mettere in appassimento sono stati ridotti, sará bene scegliere con attenzione e cura ancora maggiore le uve da destinare al riposo nei fruttai. Di seguito, il comunicato ufficiale della Regione Veneto.
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Giacomo, Nino e la nascita di un vino-mito
"Sto pensando di fare un nuovo vino. Le uve sono bellissime, e penso che si affinerebbero bene in quelle botticelle francesi, sai ... Ho in mente un vino rosso di quelli che piacciono a me, importante, potente, un vino che dica al mondo tutta la nobiltà di questa terra e dei suoi proprietari". Così Giacomo il piemontese si confrontava con il suo amico Nino, il veneto, che faceva il suo stesso lavoro ma in un'altra regione. Nino a quelle parole sorrideva divertito e scuoteva la testa: "Stai sbagliando tutto" gli diceva. "Come sarebbe? ! Non pensi che si possa realizzare un vino come intendo io?" "Oh no, di sicuro ci riusciresti. Ma se ti ostini a fare solo vini che piacciono a te, finisce che te li bevi solo tu! Devi fare vini che possano piacere anche alla gente: vini eleganti, ma soprattutto bevibili".
Giacomo non obiettò, e presto il discorso deviò su altri argomenti.
Però continuò a pensare a quello che gli aveva detto l'amico Nino, uno che di vino ne sapeva parecchio.
Alla fine, fece un vino con uve sangiovese e un piccolo apporto di cabernet sauvignon e cabernet franc, una cosa che non si era ancora vista, e infatti non poté etichettarlo come "Chianti" ma solo come vino da tavola. Il vino prese il nome della tenuta da cui venivano quelle uve dei marchesi Antinori.
Era il 1970: era nato il Tignanello.
Nota: il dialogo riportato sopra è una ricostruzione di quello autentico che si svolse alla fine degli anni '60 tra Giacomo Tachis, enologo dei marchesi Antinori, e Nino Franceschetti, l'uomo della Valpolicella, enologo di Masi, così come me lo raccontò lui stesso qualche anno fa. Un piccolo ricordo che vuole essere un omaggio a due mostri sacri - uno famosissimo, l'altro, ingiustamente, molto meno - dell'enologia nazionale che non ci sono più.
Il rosso e il bianco, due appuntamenti da non perdere

Quest'ultimo scorcio di Novembre ci riporta un paio di appuntamenti enoici a cui siamo affezionati da tempo.
Il primo si terrà in provincia di Verona, a Villa de Winckels: "Vino in Villa", la consueta rassegna di vini della Valpolicella, in programma il 19 novembre dalle 19 alle 23, mette in scena come di consueto il Valpolicella Superiore e, per i produttori più coraggiosi, anche il Valpolicella base. Due vini che, dopo anni di trascuratezza, una buona parte di produttori sta tornando a prendere in considerazione, giusto in tempo per rendersi conto che per farli bene occorrono competenze e materia prima di qualità non inferiori a quelle che solitamente dedicano ad Amarone e Ripasso. Sarà per questo che i nuovi produttori tengono in grande considerazione il Superiore e lo considerano a buon diritto, il vero vino di territorio.
Per il secondo appuntamento invece ci spostiamo in Trentino e inauguriamo l'atmosfera natalizia con le bollicine locali: Bollicine su Trento n.11 si terrà dal 26 novembre al 13 dicembre. L’iniziativa si rivolge sia agli operatori del settore sia al pubblico appassionato di queste bolle-che-ballano.
Sedi dell’evento saranno Palazzo Roccabruna, in centro città, e, per gli operatori di settori, anche il MUSE. Grazie al supporto della Strada del Vino, la manifestazione coinvolgerà anche numerosi bar, winebar ed enoteche che proporranno l'aperitivo serale o del fine settimana.
Il programma dettagliato della manifestazione è disponibile sul sito ufficiale.
La sfida della Valpolicella e altre storie
Si sono lette alcune cose interessanti, in giro per la rete, nei giorni scorsi. Per esempio, che la più grande sfida della Valpolicella di oggi non è (per esempio) imparare a gestire il successo dell'Amarone, ma convincere i consumatori in giro per il mondo che il Valpolicella è molto di più di qualcosa di economico che si può tracannare. Così, almeno, dichiara il produttore Riccardo Tedeschi a Decanter - e non gli si può certo dare torto. Peccato che ad averne coscienza siano in pochi - e a cercare di porvi rimedio, siano ancora di meno.
5 motivi per amare il Recioto della Valpolicella
1) E' un vino unico, una delle perle più rare dell'enologia italiana: nasce da un uvaggio di uve autoctone e con un procedimento che già i Romani praticavano e nel quale oggi i produttori della Valpolicella eccellono.
2) E' un vino che piace anche agli astemi: se vogliamo conquistare i mercati nuovi, occorre partire dai fondamentali. Dolcezza, equilibrio, calore e colore. Il (buon) Recioto della Valpolicella risponde a tutti questi requisiti (e a molti altri).
Un posto a Tabula (Rasa) anche per Nicolas
Ricordate Lorenzo? e Annalisa? forse sì, forse no.
Di sicuro però ricorderete il progetto Tabula Rasa. "Un gruppo di amici - come racconta uno di loro, Leonardo Franceschetti - che si conoscono da una vita, e che decide parecchi anni or sono di dar vita al gruppo VLN (ossia" Vivi La Natura"), una sigla dietro la quale si nasconde la voglia di stare insieme dandosi anche nuove finalità.
Natura, in Valpolicella, anche se non vuoi fa rima con vino.
E vino fa rima con terra e gente, con memoria e futuro.
E dopo una vendemmia finita a secchiate d'acqua e a pigiar l'uva coi piedi, come fai a non pensare a sdebitarti per tanta felicità?
Quel vino non andava semplicemente bevuto tra di noi, doveva uscire nelle nostre comunità: nacque così l'idea di venderlo per aiutare un bambino che avesse in qualche modo bisogno di aiuto e fosse magari residente vicino a noi per poterlo conoscere di persona, e farci piú convinti e convincenti nel proporlo".
Il primo bambino aiutato in questo modo fu Lorenzo, la seconda fu Annalisa, ora tocca a Nicolas. Il fine è quello di vendere queste bottiglie per dare una mano anche a lui, che ha solo 1 anno e una manciata di giorni, ed è nato affetto da prematurità severa: una condizione che ha impedito il normale sviluppo dei suoi organi, costringendo lui e la sua mamma a un calvario senza fine di costose cure e interventi chirurgici. I prossimi dovranno tenersi negli USA, ed è per questo che ha bisogno che tante persone apprezzino il vino dei suoi nuovi amici della Tabula Rasa...
Come già per le precedenti bottiglie, anche per questo vino tutti hanno contribuito in maniera assolutamente gratuita: dalla realizzazione del vino (sulla cui buona riuscita ha vigilato uno degli amici del gruppo, l'unico infiltrato che si occupa di vino anche nella vita) al suo confezionamento, nessuno ha voluto un centesimo. Bottiglie, etichette, capsule, tappi in sughero: tutto è stato donato.
Nelle bottiglie da 500 cl (nel 2013 le vecchie vigne di Leonardo non hanno dato molto prodotto) quest'anno è finito un...esperimento. Il primo esempio di Valpolicella con macerazione carbonica, un blend di rondinella e teroldego sottoposti alla tecnica utilizzata per fare il Novello.
Il risultato è un vino di grande bevibilità, con ingannevoli profumi dolci di caramelle alla fragola o al lampone, ma un'acidità croccante da ciliegia marasca fresca.
Le bottiglie sono in vendita a 10 Euro: andranno tutti a Nicolas, perchè la sua promessa di vita si realizzi.
Gennaio tra innovazione, degustazioni e business
Mese complicato, zeppo di cose, di assaggi, di incontri, questo gennaio.
L'estratto secco però si può riassumere in due sole parole: innovazione e business. Questi concetti sono stati al centro del secondo, intenso Wine Business Innovation Summit (tenutosi a Monaco di Baviera) del quale, questa volta, gli interessati potranno leggere qualcosa in un (autorevole) sito altro, che solitamente non parla di vino.
Innovativo, o meglio nuovo rispetto alle edizioni precedenti è stato anche il tradizionale appuntamento "Amarone in Villa" a Villa de Winckels.
Luigi Veronelli torna in Valpolicella
...non personalmente, purtroppo, ma con il suo pensiero, raccolto e raccontato da due persone che gli sono sempre state molto vicine, nella vita e nel lavoro.
Arturo Rota e Nichi Stefi.
Luigi Veronelli - che ho avuto la fortuna di conoscere e con il quale ho iniziato a scrivere di vino - è stato l'iniziatore, il precursore, il pioniere di tante cose, non solo della scrittura o della critica enogastronomica.
I Valpolicella Superiore a Villa De Winkels
"Cosa volete fare del Valpolicella Superiore?"
Erano i rampanti e amaroniani anni '90 e il giornalista e degustatore Sandro B.Sangiorgi rivolgeva questa domanda ai produttori, peraltro senza ottenere alcuna risposta. Il Ripasso non conosceva ancora il successo attuale, ma già il povero Superiore appariva schiacciato tra l'incudine di un vino in sfolgorante ascesa nelle preferenze dei consumatori - l'Amarone - e il martello di un altro che si apprestava a seguirne le orme (il Ripasso, appunto).
E il Valpolicella Superiore? sacrificato sull'altare dell'avidità contadina. Oggi, trovare un buon Valpolicella Superiore che sia solo e semplicemente tale - ovvero nato così in vigneto - senza scorciatoie tecniche di sorta (dicasi leggeri appassimenti, piccole rifermentazioni, piccoli tagli migliorativi o simili...la fantasia dei produttori della Valpolicella in materia è pressocchè illimitata) è diventato pressocchè impossibile. Le etichette di questo genere si contano, temo, sulle dita di una mano sola.
L'Amarone della Valpolicella Cru dei Fossi
Se vuoi nascondere qualcosa, mettila la' dove tutti possono vederla.
E' lì dal 1965, ovvero dal primo disciplinare di produzione, e c'era anche nell'ultimo, quello della Docg dell'Amarone (2010). E' lì da sempre, ma evidentemente i produttori non l'avevano mai notato (e chi li controlla nemmeno)... fino a quando qualcuno non l'ha tirato fuori.
Stiamo parlando dell'articolo 4, punti 1 e 2 del disciplinare di produzione dell'Amarone della Valpolicella, che recita:
1) Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche.