Nel 2024 il Consorzio del Chianti Classico - “primo Consorzio di Vino” - ha celebrato il suo primo secolo di vita.
Quest’anno il Consorzio della Valpolicella ha fatto la stessa cosa, aprendo ufficialmente l’anno dei festeggiamenti all’evento “Amarone Opera Prima”. A ruota seguiranno probabilmente molti altri Consorzi, quest’anno e nei prossimi.
Tutti loro infatti hanno un’origine comune.
Sono tutti figli della stessa legge. Peccato che, all’inizio e per molti anni, tutti loro siano rimasti solo sulla carta.
Torna anche quest’anno il tradizionale appuntamento veronese con il grande vino rosso secco da uve appassite della Valpolicella. Dal 31 gennaio al 2 febbraio presso il centrale Palazzo della Gran Guardia a Verona si avranno in passerella 74 produttori, che già da venerdì di questa settimana accoglieranno oltre un centinaio di giornalisti del settore provenienti da più di 20 Paesi diversi.
Anno nuovo, nuove sfide. Anche di carattere competitivo.
Sono infatti aperte le iscrizioni all’edizione 2025 di 5StarWines– the Book, l’ ormai famoso evento di selezione enologica che si svolge ogni anno a Verona, in preparazione al Vinitaly, la più importante fiera internazionale del vino al mondo.
Come scritto nel precedente post, il capitolo “La vite e la storia del clima” nel libretto “piccola e buona storia della viticoltura” è uno dei più intriganti. Per troppo tempo il clima e le sue fluttuazioni nei secoli non hanno goduto di tutta l’attenzione e degli approfondimenti che meritano da parte di studiosi diversi dai climatologi storici. Invece, come ben spiega il prof.Mariani proprio in questo capitolo, “la vite domestica e i suoi antenati selvatici sono importanti traccianti dell’evoluzione del clima”
Inauguriamo il Nuovo Anno con un momentoculturale, l’avventura del vino e l’Italia racchiusa nella “piccola e buona storia della viticoltura” (è scritto proprio così, tutto in minuscolo) a firma di Antonio Calò e Angelo Costacurta, per i tipi della Kellerman, nella collana “GradoBabo”. Il libro è stato presentato lo scorso ottobre 2024, presso l’azienda friulana Gradis’ciuttadi Robert Princic.
Mentre il 2024 si avvia alla sua conclusione, vogliamo chiudere in bellezza con alcune note positive.
La prima ci arriva dal Consorzio Sicilia, che fa il punto sul suo Progetto Germoplasma, iniziativa strategica voluta anche dal Dipartimento regionale dell’Agricoltura, dall’Università di Palermo e dal Centro regionale per la conservazione della biodiversità “F. Paulsen”.
I mercati esteri sono sempre stati l’obiettivo principale della maggior parte della produzione vinicola italiana. Non a caso nel 2023 le nostre esportazioni di vino hanno generato circa 8 miliardi di euro, con un aumento dell'80% dal 2012 al 2022 (dati ICE, 2023). Sbocchi principali dei vini italiani sono stati gli USA, la Germania, il Regno Unito e il Canada. In Oriente, la Cina sembrerebbe un altro mercato promettente, ma la sua complessità richiede ancora valutazioni molto attente e una buona dose di prudenza (sebbene nel 2022 l'Italia abbia mantenuto la sua posizione di primo esportatore di vino in Cina, in forte concorrenza con la Francia).
L’OIV, la prestigiosa organizzazione internazionale del vino, ha compiuto un secolo di vita e di attività, un traguardo ragguardevole per chiunque. E una delle cose più naturali che può capitare di fare, ad una persona come ad una organizzazione, è di guardarsi indietro e provare a tirare un bilancio. Del resto, è quello che, più o meno, facciamo tutti, e senza aspettare di compiere cent’anni, ma al 31 dicembre di ogni anno.
Le Feste sono alle porte, e il dilemma dei regali da fare ha già iniziato ad assillarci. Nella sua consueta indagine, Vinarius, un’associazione che raccoglie 120 enoteche sparse in tutta Italia (e con un fatturato complessivo di 50 milioni di euro) traccia un bilancio dell’anno appena trascorso e presenta i risultati della sua indagine sugli andamenti delle vendite, mettendo a confronto il 2024 con il 2023 e analizzando i trend emersi nell’ultimo periodo.
C’è chi la studia e la usa già da tempo, chi ne è incuriosito, chi ne diffida, chi non ne vuole nemmeno sentir parlare. Per limitarsi al solo mondo del vino, le reazioni che l’argomento “intelligenza artificiale” (variamente e ampiamente intesa) suscita tra la gente, sono le più varie, e lo si è visto anche nell’ultima edizione di Wine2Wine. Il focus sull’AI era infatti uno dei main topics di questo tradizionale appuntamento dedicato al confronto con esperti internazionali e agli aggiornamenti professionali e di mercato, organizzato da ormai una decina d’anni presso VeronaFiere. Quest’anno poi la nuova formula, che ha dato largo spazio (fisico e temporale) al networking personale, ha dato anche maggior possibilità di approfondimento a chi voleva saperne di più.