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Amarone

L'Amarone della Valpolicella Cru dei Fossi

Se vuoi nascondere qualcosa, mettila la' dove tutti possono vederla.

E' lì dal 1965, ovvero dal primo disciplinare di produzione, e c'era anche nell'ultimo, quello della Docg dell'Amarone (2010). E' lì da sempre, ma evidentemente i produttori non l'avevano mai notato (e chi li controlla nemmeno)... fino a quando qualcuno non l'ha tirato fuori.

Stiamo parlando dell'articolo 4, punti 1 e 2 del disciplinare di produzione dell'Amarone della Valpolicella, che recita: 

1) Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche.

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Tre passi per sopravvivere alla crisi

Quante facce ha la crisi?

Non c'è solo quella, nerissima, di chi ha perso il lavoro e non riesce a ricollocarsi; di chi lo cerca e non lo trova - e di chi ha perfino smesso di cercarlo. C'è anche la faccia grigiastra di chi sta vivendo un momento positivo e non può investire, scontrandosi con le altrui difficoltà finanziarie e la crisi di liquidità delle banche.

E' il caso della Valpolicella del vino (perchè quella del marmo è in sofferenza da anni), le cui imprese performano meglio delle colleghe veronesi (pur essendo, di conseguenza, anche mediamente più indebitate); nel complesso, comunque, il distretto del vino veronese vale oltre 10 milioni (fatturato medio del 2010). E se il PIL regionale appare stabile nel 2011, per il 2012 le proiezioni danno segno negativo anche in Veneto (-1,6%).

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Verticale Amarone della Valpolicella Classico Speri

Se chiedete a qualunque produttore "storico " della Valpolicella qual'è il vino-simbolo di questa zona, quello che davvero la rappresenta e nel quale meglio si identifica, vi risponderà senza esitazioni che è il Recioto.

Intanto però, le verticali che vengono organizzate in giro per il mondo sono sempre e solo di Amarone, "figlio" onnivoro, che da errore enologico qual'era, in breve tempo si è trasformato nell'asso pigliatutto. E del povero Recioto oggi nessuno parla più.

Ingiustizia dei tempi (una delle tante)! Comunque sia, ecco qualche nota a proposito di una bella serata amaronista organizzata nella cantina storica degli Speri dall'Ais veronese, star della serata e padrone di casa Giampaolo Speri (nella foto  insieme a Bruno Zilio, delegato Ais di Verona).

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Degustare Bertani (l'Amarone, finalmente)

In my humble opinion, non può dire di conoscere davvero l'Amarone della Valpolicella chi non ha mai bevuto, almeno una volta nella vita, un Amarone di Bertani di un'annata precedente al 1990.

Il successo mediatico e commerciale di questo vino rosso secco da uve appassite è infatti storia recente - la data ufficiale dell'inizio del fenomeno è il 1995 - ma in Valpolicella già negli anni '30 del secolo scorso si commercializzava il Recioto Amarone (come si chiamava prima che la modifica del disciplinare nel 1990 stabilisse le regole distintive per le due tipologie di vini).

Negli anni Trenta e per i successivi vent'anni almeno, erano poche in Valpolicella le maison produttrici che vendevano le proprie bottiglie anche all'estero: tanti blasonati produttori di oggi all'epoca erano mezzadri, o al massimo vendevano vino sfuso in damigiane.

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Tutto (o quasi) quel che avreste voluto sapere sul "ripasso"

... e non avete mai nemmeno sognato di chiedere.

Si sa che oggi l'Amarone della Valpolicella e il Valpolicella Ripasso sono tra i vini più gettonati (meglio: bevuti) dai mercati mondiali. E se l'Amarone continua ad essere una specie di icona dell'enologia italiana nel mondo, attualmente è il Valpolicella Ripasso a riscuotere i maggiori successi commerciali. Un esito che gli stessi produttori di Valpolicella avevano largamente previsto, e che si erano in un certo senso assicurati, dandosi un disciplinare di produzione nel quale si stabilisce che "il quantitativo dei vini a DOC Valpolicella Ripasso non può essere in volume superiore al doppio del volume di vino ottenuto dalle vinacce delle tipologie Recioto della Valpolicella e/o Amarone della Valpolicella impiegate nelle operazioni di rifermentazione/ripasso".

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Amarone in Villa (de Winckels)

Villa de Winckels è un elegante ristorante-enoteca con locanda che la famiglia Merzari, autrice del restauro della storica villa, gestisce in quel di Marcemigo (Tregnago, VR).

Qui già lo scorso anno si svolse un eno-evento, piccolo nei numeri ma grande nei contenuti: Amarone in Villa. Una libera degustazione (a pagamento) di alcune selezionate aziende produttrici, con un occhio di riguardo a quelle delle Val d'Illasi e dell'Est veronese in generale, la cosiddetta Valpolicella Doc.

Un appuntamento che si è ripetuto anche quest'anno, e che ha visto co-interpreti della serata alcune delle eccellenze gastronomiche della Lessinia e della provincia veronese in genere (qui l'elenco), oltre alla cucina del ristorante stesso.

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Il museo dell'appassimento delle uve

Anno nuovo, tempo di ... enoiche anteprime.

Quasi in omaggio a un rigoroso ordine alfabetico, la prima anteprima (scusate il bisticcio di parole) in programma sul calendario delle manifestazioni italiche è quella dedicata all’Amarone.
La Valpolicella è forse la terra in cui la tecnica dell’appassimento ha raggiunto i livelli più alti: non solo in termini di quantitativi di uve messe ad appassire - nel 2009 sono stati 218.954 i quintali di uva ammessa alla produzione di Recioto e Amarone della Valpolicella, mentre le denunce di uva presentate per queste tipologie di vino sono state 1495 su 2463 complessive - ma anche di metodologie vere e proprie.

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Eno-trends 2011 - prima parte

Appassire. Spumantizzare. Dealcolare. Naturalizzare.

Si è fin troppo facili profeti, quando si cerca di individuare i trends del mondo del vino dei prossimi mesi; basta guardare a quanto è successo fino ad oggi, e soprattutto alla fortuna (mediatica, ma in particolare commerciale) che hanno avuto e continuano ad avere nel mondo certe tipologie di vino.

Le prime tre tendenze riguardano una tecnica: la quarta sarebbe più propriamente una filosofia di produzione. In tutti i casi, l'obiettivo resta quello di ottenere vini -o loro imitazioni - di grande successo commerciale.

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2010, Vinopigro's Top Ten

In attesa che qualcuno trovi una soluzione all'irrisolto problema di un nuovo linguaggio e una nuova comunicazione per il vino (speriamo il più tardi possibile, così noi possiamo continuare a dibatterlo e a divertirci), facciamo il punto sui vini assaggiati in questo 2010 ormai agli sgoccioli.

Uno dei motivi per cui questo è forse l'unico blog sul vino che non fa recensioni del medesimo - o ne fa con il contagocce - è che la sottoscritta si smascella dalla noia quando in giro le capita di trovarle. E siccome non scriverei mai una cosa che altrove non leggerei, ecco che i vini nel bicchiere, gli assaggi, restano un po' sullo sfondo.

Questo non significa che io non faccia degustazioni: quest'anno ne ho fatte tante da perderci il conto, e non solo come (semplice) giornalista del vino. 
Perciò, tirando un po' le somme, ecco un estratto dei migliori come li intendo io: i memorabili. Quelli che ti ricordi anche a distanza di mesi.

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