Soave

Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio

Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.

A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.

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Rischi e opportunità per i vini bianchi d'eccellenza: convegno a Gorizia

Sappiamo - o almeno, dovremmo sapere - della predilezione dei cinesi per i vini rossi. Non ci è mai stato chiaro, invece, perchè tale preferenza sia anche quella di Robert J.Parker. Al punto che i vini bianchi (e relativi produttori), se ci limitiamo alle sue valutazioni, avrebbero vita più dura dei vini rossi (e relativi produttori).

Il problema in se' è (in apparenza) di facile soluzione: non limitiamoci. Al diavolo Parker e le sue fisime, io - produttore - faccio il vino che voglio e troverò sempre a chi venderlo. Oggi più di ieri, poi: stando ai dati di Assoenologi, nei mercati esteri il consumo di vini bianchi è salito al 55%, mentre quello dei rossi e dei rosati è sceso al 45%. 

Negli USA solo nell'ultimo anno le vendite di vino bianco sono salite del 19,8% e una prudente stima prevede per il 2012 un'ulteriore crescita del 10%: una tendenza che vede trainanti tipologie come quella del Soave e del Pinot grigio.

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