Giro del web in 3 articoli, cominciando dai benefici dell'enoturismo e della vendita in cantina. Secondo uno studio australiano, le visite in cantina influiscono sul comportamento dei consumatori in maniera duratura: non solo incoraggiano l'acquisto in loco, ma aumentano parecchio la probabilità che il visitatore cerchi di acquistare nuovamente quel vino in un luogo diverso, dal supermercato all'enoteca (se però riuscisse a riacquistarlo direttamente dalla cantina, magari tramite il suo sito, sarebbe decisamente meglio per l'azienda stessa). L'esperienza che vive il visitatore in cantina si traduce nella conquista di nuovi consumatori, concludono i ricercatori (per saperne di più, questo è l'articolo).
Prosecco
Il Prosecco non è un "frizzantino"
Nessuno s'indigna se un Trentodoc viene definito un prosecco, o se si chiede (ancora) un prosecco intendendo però un Franciacorta.
Cosa vuoi che ne sappia la gente che va al bar! Quando chiede un prosecco intende una bollicina; il nome del vino, la Doc, il brand...chennessoio! (mai che si confondano con lo Champagne, però. Perchè uno Champagne è uno Champagne, lo sanno anche gli astemi).
Il Prosecco è un vino secco
Questo che segue è il racconto di un aneddoto realmente accaduto e raccontatomi - ancora con un'aria tra l'incredulo e il divertito - da uno dei protagonisti, qualche giorno fa.
Il luogo: Ravenna. Personaggi: due agronomi e una barista.
Due amici, consulenti agronomi, al termine di una giornata di lavoro trascorsa tra vigne e cantine, sono ai saluti finali. Prima di accomiatarsi, uno dei due propone all'altro di andare a bere qualcosa insieme. L'altro accetta.
Entrano in un bar.
"Cosa prendi?" chiede il proponente all'amico "Mah, non so... fai tu". "Uno spumante va bene?" "Ok, dai".
Non chiamatele bollicine
Ogni tempo ha le sue idiosincrasie linguistiche.
Ci furono i giorni della misura in cui, e quelli dell'attimino: sulla bocca di tutti per anni, oggi suonano stonati, clamorosamente datati, perchè i nostri sono i giorni del di tutto e di più, e dell' idem con patate. Queste ed altre espressioni più o meno folcloristiche sono destinate a tramontare dall'uso corrente non appena se ne affaccerà qualcun'altra di nuova.
Nel settore della comunicazione vitivinicola, già di per se' complesso, mutevole e soprattutto umorale, accade la stessa cosa: ci sono parole che ad alcuni provocano autentici attacchi di orticaria, al punto che ne invocano la cancellazione dal vocabolario. Niente di male se, per una parola (o un'espressione) che se ne va, ce ne fosse una che prende il suo posto. Ma questo, a quanto pare, non sempre avviene.
Top Italian sparkling wines in USA
Buone notizie per gli sparkling wines di casa nostra: il loro trend di crescita nel mercato americano continua (+19,7% nel 2011).
In testa alla classifica delle preferenze, manco a dirlo, il Prosecco - anzi, i Proseccos, al plurale - venduti per pochi dollari la bottiglia.
Tutti i dati sull'ultimo report di Impact Databank, di cui Shanken News trasmette un estratto, che riprendiamo integralmente:
"Impact Databank’s exclusive analysis of the top 10 imported sparkling wines in the U.S. market finds that Italian wines continue to be the biggest volume drivers in this rising segment. Total imported sparkling wine shipments to the U.S. increased 19.7% to 7.65 million cases in 2011.
Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio
Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.
A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.
USA: Mionetto’s Il Prosecco pressed by a new entry, Cavit Lunetta
Prosecco has been one of the U.S. wine market’s hottest categories over the past few years, and no marketer has played a larger role in its success than Brooklyn, New York-based Mionetto USA. Mionetto’s Il Prosecco has been the category leader for the past half-decade, and the brand shows no sign of slowing down. After earning an Impact “Hot Brand” award following its 20% advance to 265,000 cases in 2010, the brand’s growth actually accelerated in the early months of 2011.
While Champagne and some other sparkling wine categories were hurt by the economic downturn, Prosecco—and Mionetto—appear to have been helped by it. “Consumers are still looking for value alternatives but don’t want to compromise on quality,” says Enore Ceola, managing director of Mionetto USA.
Colfòndo
A me il Prosecco non piace.
Non mi è mai piaciuto, e per quanti sforzi faccia - giuro che m’impegno - non riesco a farmelo piacere.
Riesco ad accettare alcune etichette (questa e questa per esempio), ma il resto, vi prego, datelo a chi lo apprezza (alcune decine di milioni di persone, più o meno).
Ciò premesso, sono andata a una degustazione di un vino - anzi, di 6 campioni - che col Prosecco normalmente inteso condivide qualcosa.
Eno-trends 2011 - prima parte
Appassire. Spumantizzare. Dealcolare. Naturalizzare.
Si è fin troppo facili profeti, quando si cerca di individuare i trends del mondo del vino dei prossimi mesi; basta guardare a quanto è successo fino ad oggi, e soprattutto alla fortuna (mediatica, ma in particolare commerciale) che hanno avuto e continuano ad avere nel mondo certe tipologie di vino.
Le prime tre tendenze riguardano una tecnica: la quarta sarebbe più propriamente una filosofia di produzione. In tutti i casi, l'obiettivo resta quello di ottenere vini -o loro imitazioni - di grande successo commerciale.
Veneto: nuove Docg
E siamo a 10. In Veneto, nuovi vini a denominazione d'origine controllata e garantita si sono aggiunti al già ricco elenco nazionale. Le new entries sono il "Malanotte del Piave" (o "Piave Malanotte": viva la chiarezza), il "Lison", e il "Fior d'Arancio dei Colli Euganei".
A questi va aggiunta una DOC nuova di conio: "Venezia". Ora si tratterà di attendere il tempo tecnico per la pubblicazione dei pareri nella Gazzetta Ufficiale e per arrivare al provvedimento ministeriale di ufficiale riconoscimento delle nuove DOCG e DOC, che potranno prendere il via già a partire dalla vendemmia in corso.