biologico

Il vino naturale non esiste

Ci hanno messo 21 anni, e alla fine imprecando, sbuffando, litigando e sgambettandosi a vicenda, i paesi dell'UE sono giunti a licenziare un regolamento di produzione del vino biologico che, sinceramente, lascia un po' perplessi (per usare un eufemismo). 

Ma è pur sempre un inizio. Un punto fermo laddove prima c'era il vuoto (legislativo) pneumatico. 

Il vino biologico esiste (e quello naturale no).

Di vino bio, mercato e produzione si è parlato nei giorni scorsi a S.Floriano (Verona), come anticipato qui. Un convegno (organizzato dall'Associazione Veneto Produttori Biologici e Biodinamici) nel quale si è esposto in maniera chiara cosa significa, alla luce delle nuove normative, fare vino biologico.

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Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio

Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.

A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.

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