A volte le soluzioni ai problemi di oggi possono arrivare dal recupero di certi testimoni del passato. Secondo un recente studio coordinato dai ricercatori del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A, struttura accademica congiunta Università di Trento- Fondazione Edmund Mach) in collaborazione con l’Università della California, pubblicato sulla rivista del gruppo Nature “Horticulture Research”, la vite selvatica, antenata della vite europea coltivata in tutto il mondo, può dimostrarsi una fonte preziosa per il miglioramento genetico nell’ottica di un’agricoltura più sostenibile.
Read MoreLa tipicità di un vino è una questione di tempo
Nel mondo del vino, il fattore tempo è un elemento chiave che molti produttori sottovalutano, condizionati come sono dai ritmi frenetici e innaturali imposti dalla commercializzazione delle bottiglie: eppure dovrebbe essere considerato uno strumento enologico al pari degli altri, capace di dare vini sublimi o pessimi prodotti, a seconda della propria capacità di gestirlo. Al corso di enologia dell'Università di Verona, il prof. Maurizio Ugliano sta conducendo da alcuni anni degli studi molto interessanti sull'aromaticità dei vini rossi (in particolare da uva Corvina), un aspetto centrale della quale è connesso proprio al tempo: la longevità.
Read MoreVerso la vendemmia 2018
Macchè ferie. Il mondo del vino è già oltre, proiettato verso i giorni cruciali della vendemmia. Mercoledì 13 giugno alle 9.30 a Conegliano (TV), presso la sede del CIRVE (in Via Dalmasso 1), Veneto Agricoltura, con Regione, ARPAV e CREA-VE, presenterà i primissimi dati della vendemmia 2018. Ad oggi, lo stato sanitario delle uve si presenta molto buono, e anche la quantità appare essere maggiore rispetto a quella del 2017. Se si supera indennii l'estate, è fatta.
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Peoples Choice Wine Award: quando i giudici sono i consumatori ( e basta)
Se l'autunno in genere è la stagione delle guide dei vini, la primavera è quella dei concorsi. Tra i moltissimi che si sono svolti, si stanno svolgendo e si svolgeranno però, ci permettiamo di segnalarne uno: il Peoples Choice Wine Award, il premio dei wine lovers. E' solo il secondo anno che si svolge questa insolita competizione, e quindi ad oggi è ancora poco conosciuta, ma l'interesse che ha suscitato fin dal primo anno è notevole.
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Gusto d'Etna: 7 vini da provare
Da un recente breve tour in zona Etna, ecco qualche suggerimento circa alcuni vini che vale la pena cercare, stappare e bere, da soli o in compagnia.
Un momento delle degustazioni del concorso
Verona Wine Top 2018 (infografica)
Il Verona Wine Top è il concorso enologico promosso dalla Camera di Commercio di Verona e riconosciuto dal MIPAAF che ogni anno mette in gara tutti i vini delle DOC e DOCG veronesi (ben 18) con lo scopo di valorizzare la produzione scaligera promuovendone la conoscenza dentro e fuori i confini provinciali. Come sempre (e come da regolamento) a giudicare i campioni vengono chiamati esperti del settore (enologi, sommelier, giornalisti) sia veronesi che di altre province, e quest'anno, per la prima volta, anche ristoratori.
Read MoreVino che s'indossa, vino che arreda
Ci sono vini che non devono necessariamente essere bevuti. O meglio sì, si bevono, ma si possono anche indossare, come tessuti. Persino come gioielli. O utilizzare come complementi d'arredo. Ciò premesso, veniamo alle notizie. La prima è che anche quest'anno si terrà un'insolito quanto interessante evento dedicato alla creatività orafa, "Gioielli in Fermento": si tratta di un concorso internazionale riservato a designer, artisti, orafi, (sia emergenti che professionisti), per un ornamento inedito ispirato al tema.
Read MoreAssaggi sparsi dal Vinitaly
Qualche (grato) ricordo di amici incontrati, ops, di vini assaggiati all'ultimo Vinitaly:
1) Quattro passi nel rosè. Facile e immediato il “Rosé del Cristo 2015”, di Cavicchioli, Lambrusco di Sorbara fermentato in bottiglia, color buccia di cipolla, è il complemento ideale di una pausa a base di chiacchiere, pane e salame. Succoso, sapido, fruttato, coerente al naso e in bocca con una bel finale secco il “Kotzner Merlot Krezer 2016” di Armin Kobler. Elegante al naso e in bocca “Aprile” della siciliana Fondo Antico, Nero d'Avola trasformato in fresca macedonia di chicchi di melograno e fruttini selvatici aciduli e dolci.
2) Interscambiabili, o quasi. Come quei gemelli identici che a scuola si scambiano di posto per strappare voti migliori nella materia in cui ciascuno eccelle, così il Tai Rosso con il Cannonau: facile rimanere ingannati da quella golosa fragolina di bosco che diresti Tai Rosso e invece è Cannonau alle sue prime fasi, così come pensi che sia Cannonau quel vino dalle note di erbe mediterranee e spezie e invece è un Tai Rosso Riserva. La degustazione (alla cieca) con il trucco dei vini di Nicola Dal Maso e della piccola, laboriosa Fattoria di Michele Cuscusa ha imbrogliato molti e divertito tutti.
3) L’enologia che verrà. Tutti parlano di cambiamento climatico, di vigneti che dovranno arrampicarsi sempre più in alto e vitigni che dovranno essere inattaccabili o quasi dalle malattie, ma pochi hanno già iniziato a fare sul serio. Gianni Tessari è uno di questi: non appena la varietà solaris è stata autorizzata in Provincia di Verona, lui l'ha piantata sulle colline di S.Giovanni Ilarione (2014). Innovativo che non rinnega la sua storia enologica, Gianni ha utilizzato per questo solaris in purezza quella fermentazione sulle bucce che aveva fatto la fortuna e il successo di un altro (suo) vino, il famoso "Bucciato" Veneto Bianco. E anziché utilizzare i lieviti selezionati come negli altri suoi vini, ha usato quelli indigeni. Il risultato è “Rebellis”, un bianco dalle spalle larghe con performance da vino rosso: tropicale al naso e in bocca, con sentori di mandorle e zafferano, tannico in bocca, rotondo e pieno.
4) Echi (campani) dal passato. I Romani erano maestri nell’arte dell’appassimento delle uve, e lo praticavano un po’ ovunque piantavano vigne, non solo nel Veronese dunque. Così può capitare che uno dei primi esempi di vino da uve appassite non dolce sia stato campano e infatti di un vino kapnios (affumicato) parlavano già Platone e Plinio il Vecchio. Il “Kapnios” dei nostri giorni è perciò un aglianico del Taburno di Masseria Frattasi raccolto a mano tardivamente (metà di novembre) e lasciato appassire per una trentina di giorni all’aperto. Il risultato è un vino molto piacevole, con tannini di seta grezza, di bella struttura, ricco di profumi mentolati e balsamici al naso e in bocca cui seguono note di uva passa e fruttini di rovo.
5) La Toscana che non tradisce. Chi, come me, predilige i passiti (soprattutto quelli dolci) pretende anche sempre il massimo da loro. Il passito dolce è uno dei vini più difficili da fare, ma nessuno obbliga un produttore a farlo, se non è capace e non lo ama. Per chi invece volesse avvicinarsi a questa tipologia, il Vinsanto di Montepulciano di Susanna Crociani ha molto da dire, in termini di eleganza, equilibrio, armonia tra le parti: noci e nocciole, prugne appassite, fichi secchi, buccia di arancia candita, caramello e molto altro. E in bocca è un velluto. Gran finale con i vini de Il Marroneto, che produce uno dei pochissimi Brunello di Montalcino davvero all’altezza della sua fama (mondiale): il “Madonna delle Grazie”. Fruttato (rosso e nero) e speziato (dolce, un tocco), pieno, equilibrato, elegante, pulito, appagante come pochi. Più che un Brunello di Montalcino, una garanzia di buon bere.
Proprio quando iniziavo a divertirmi con gli assaggi, Vinitaly ha chiuso i battenti. Arrivederci al prossimo, in programma dal 7 al 10 aprile 2019.
5 sorsi di Vinitaly
Una manifestazione oversize come il Vinitaly può sembrare di impossibile approccio per i temerari che l'avvicinano per la prima volta in vita loro, e anche per chi la frequenta da un ragguardevole numero di anni è sempre più difficile dare delle dritte. Ogni consiglio rischia sempre di apparire sottodimensionato, rispetto alla ricchezza e varietà di eventi che si stanno per svolgere da domani, 13 aprile, al 18. Tutto questo per dire: non prendete quelli che seguono per suggerimenti o consigli. Prendeteli per semplici spunti. Se vi incuriosiscono provateli, altrimenti fate qualcos'altro, il risultato non cambierà. Da qualunque parte del salone si entri, ci si ritrova sempre in mezzo alla festa.
Read MoreVinitaly: 7 ragioni per cui anche gli astemi dovrebbero venire a Verona (e non solo)
Perchè anche chi è astemio dovrebbe venire a Verona nella settimana del Vinitaly? Perchè Vinitaly è una festa, e come tutte le feste riserva sorprese e momenti interessanti che durante l'anno non si verificano. Come un soufflé ben riuscito, in questi anni la manifestazione è cresciuta, è lievitata, si è espansa. E’ tracimata fuori dai suoi confini naturali (il quartiere fiera) e si è allargata alla città e alla provincia e oltre: per una settimana almeno, a Verona e dintorni il tema dominante sarà il vino in tutte le sue sfaccettature gastronomiche e conviviali.
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